Giorno della Memoria 2009

                                                           

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 presentano La memoria degli altri

da un'idea di

Vittorio  Pavoncello

IL GIALLO E IL ROSA

 Shoà e Homocaust

due genetiche per uno sterminio

Lunedì 26 gennaio 2009 – Dalle 11 alle 24

QUBE - via di Portonaccio 212 – Roma

 

Sembrerebbe che una delle caratteristiche principali che ha ri-vestito la Shoà sia stata il silenzio. Durante il presente della II Guerra Mondiale di Shoà se ne parlava poco, si mentiva sugli stermini, o non se ne parlava affatto, per nasconderla a tutti (da parte dei nazisti)o a se stessi (da parte delle vittime).

Le vittime è noto che la prima cosa che provano è la vergogna di sé, di essere state ridotte a meno che umane, e la dignità già offesa non trova le parole per esprimersi.

Ci volle del tempo affinché, la storia parlasse della Shoà e soprattutto i sopravvissuti, trovassero il coraggio di raccontare, di testimoniare di sé e della ricostruzione del passato. Così i molti lati dello stato razziale del nazismo apparvero lentamente alla luce della storia. E quantunque ci sembra così distante, sebbene appena 60 sono gli anni che ci separano da questo, per altri aspetti discriminatori potremmo anche pensare di esserne ancora contemporanei. Se consideriamo che il nazismo ha avuto una storia che l’ha preceduto, sebbene questa non fosse nazista, e una storia che l’ha seguito, sebbene questa si fosse epurata dal nazismo, la legge sull’omosessualità promulgata in Prussia nel 1871 e abrogata in Germania soltanto nel  1968, e completamente negli anni ’90, non può non farci riflettere sul ritardo che questa ha determinato sia nel parlare delle vittime omosessuali che nella timida richiesta da parte di queste per un risarcimento alla loro riduzione a schiavi e alle torture o esperimenti scientifici subiti. Fino al ‘68 il famoso paragrafo 175 definiva i rapporti omosessuali come criminali.

 Riteniamo pertanto che, come nelle precedenti edizioni de “ La memoria degli altri” che hanno visto e ebrei e Rom ricordare insieme nel 2007, ed ebrei e disabili nel 2008 che anche quest’anno in IL GIALLO E IL ROSA, Ebrei e Omosessuali ricordando insieme non potranno non mettere in luce riflessioni ed emozioni su ciò che è stata la Shoà e l’Homocaust.

Indubbiamente le differenze che hanno fatto si che si progettasse una Shoà e un Homocaust hanno delle motivazioni diverse, -la genetica applicata agli ebrei considerati solo come cavie umane non prevedeva una “cura” - ma la soluzione finale che attendeva i due gruppi non lasciava troppe speranze su come il nazismo intendesse risolvere il problema di ciò che non era razzialmente sano. A questo proposito le parole che hanno seguito il minuto di silenzio all’apertura del Giorno della Memoria 2005 presso il Parlamento Europeo sono indicative dell’inizio di un riconoscimento delle vastità di sterminio operate dalla eugenetica nazista : “ il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove centinaia di migliaia di ebrei, zingari, omosessuali, polacchi e prigionieri di altre nazionalità sono stati uccisi, non è solo una importante occasione per i cittadini europei di ricordare e condannare l'enorme orrore e la tragedia dell'Olocausto, ma anche per condannare il pericoloso risorgere dell'antisemitismo, specialmente degli incidenti antisemiti, e per imparare ancora la grande lezione circa i pericoli di sacrificare le persone su basi di razza, origine etnica, religione, politica ed orientamento sessuale. ”

 Sebbene i Lager che particolarmente furono luogo di concentrazione di omosessuali furono altri, quali Dachau Buchenwald o Sachsenhausen, o Ravensbruck (per le lesbiche) in questi le modalità di annientamento e sterminio non si svolsero in modo troppo diverso dal più noto e tristemente famoso lager di Auschwitz. Perché i Triangoli Rosa, era questo il segno distintivo che marchiava gli omossessuali, subirono denutrimento, lavori forzati e, non ultimo, i ben noti sia per ebrei, rom, e disabili, esperimenti scientifici su cavie umane.

E’ curioso infatti notare come la virata biologica e genetica operata dal nazismo su tutto ciò che non riusciva ad assimilare, sia poi stata una caratteristica tesa a giustificare attraverso la medicina l’igiene razziale. E la presenza di medici nei Lager (Carl Vaeret) per omosessuali tendesse a risolvere geneticamente e con “soluzione finale” una delle più controverse questioni che dai tempi biblici a quelli greco - romani ha costituito uno spunto di riflessione sulla società.

Ci auguriamo cosi che i concerti, spettacoli, mostre e conferenze che vedranno insieme nel gennaio 2009 ebrei e omosessuali ricordare insieme la Shoà e l’Homocaust possano oltre che tracciare la storia passata, disegnare più civili modi comprensione, analisi e dialogo per le persone e gruppi che da sempre hanno costituito fonte e stimolo per l’identità europea.

 

 

  
 


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